CORSO SUL DIRITTO UMANITARIO A SANREMO

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Il quadro della situazione in alcuni paesi arabi continua a presentare significativi elementi di instabilità, in particolare per quanto riguarda l’Iraq, la Libia e la Siria. Se Libia ed Iraq continuano ad essere Paesi in cammino verso una difficile normalizzazione – un recente attentato in Libia presso l’ospedale di Bengasi ha causato la morte di 15 persone - la crisi siriana sembra avviarsi verso una soluzione politica auspicata dalla Comunità Internazionale per porre fine al grave conflitto in corso da ormai più di due anni che ha causato oltre 80.000 vittime.
Non meno complessa la situazione in Sudan dove una difficile ricostruzione post-conflittuale è stata avviata nel 2011 in seguito alla fine della seconda guerra civile sudanese e la dichiarazione di indipendenza del Sudan del Sud.
Proprio da questi paesi, che versano in situazioni di precaria stabilità e conflitto interno con l’assenza pressochè totale di democrazia ed il perpetrarsi di continue gravi violazioni del diritto umanitario e dei diritti umani, provengono la maggior parte dei partecipanti che lunedi hanno preso parte all’apertura del corso internazionale sul diritto umanitario in programma presso la sede dell’Istituto di Sanremo fino al 24 maggio. Tra i circa 50 partecipanti è presente una consistente delegazione di ufficiali e funzionari provenienti dalla Libia e dal Sudan del Sud. Prendono parte inoltre ufficiali e funzionari governativi provenienti da paesi di lingua araba: Egitto, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Qatar e dall’Autorità Palestinese.
Al corso, che tratta le questioni più delicate e controverse relativamente all’utilizzo della forza armata ed alla protezione dei civili nei conflitti partecipano inoltre ufficiali, consiglieri giuridici ed esperti provenienti da Austria, Danimarca, Georgia, Finlandia, Francia, Messico, Nigeria, Regno Unito, Singapore e Svezia, Svizzera e Turchia.
Luca Damiano
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