“Ways of Europe” arriva a Lampedusa: i Dialoghi sul Futuro entrano in classe!
Dal 12 al 19 maggio, gli studenti del Liceo Scientifico Ettore Majorana di Lampedusa hanno vissuto un’esperienza formativa fuori dal comune grazie al progetto europeo Ways of Europe

Lo scorso mese il progetto Ways of Europe è approdato a Lampedusa, portando un vento di cambiamento e riflessione all'interno del Liceo Scientifico Ettore Majorana. Finanziato dal programma CERV della Commissione Europea, il progetto ha introdotto un’innovativa metodologia didattica nelle aule dell’isola: i Dialoghi sul Futuro. Per quattro mattinate consecutive, gli studenti delle classi 1A e 2A sono stati coinvolti in attività guidate da un tutor — un giornalista ed educatore, in rappresentanza del partner italiano Mandragola Editrice — che li ha accompagnati in un percorso tanto coinvolgente quanto profondo.
I Dialoghi sul Futuro non sono lezioni frontali né seminari tradizionali. Si tratta di uno strumento partecipativo nato in Finlandia negli anni ottanta e adattato oggi a contesti europei per trattare temi urgenti come migrazione, giustizia climatica, emergenze idriche, inclusione sociale e libertà di movimento. L’obiettivo è duplice: da una parte sviluppare pensiero critico e partecipazione civica nei giovani; dall’altra, creare uno spazio di ascolto attivo e immaginazione condivisa.
Il percorso è iniziato lunedì 12 maggio nella classe 2A, dove gli studenti hanno identificato i principali problemi che riguardano la loro quotidianità a Lampedusa. L’isola, punto simbolico e reale di passaggio tra Africa ed Europa, rappresenta un luogo emblematico per discutere di migrazione, crisi ambientali e trasformazioni sociali. Attraverso il lavoro in piccoli gruppi, i ragazzi hanno formulato domande “maieutiche” in grado di stimolare riflessioni proiettate nel futuro: come sarà Lampedusa tra cinque anni? E tra dieci? Cosa sarà cambiato? Chi avrà contribuito a quel cambiamento?
Il giorno seguente l’attività si è spostata nella classe 1A. I ragazzi hanno dato vita a interviste simulate “dal futuro”, interpretando sia cittadini visionari sia giornalisti del domani. Questi scambi sono stati ripresi da un videomaker e faranno parte di un video collettivo e di un manifesto che raccoglierà le principali idee emerse nei giorni di lavoro. Gli studenti sono poi tornati a confrontarsi con i propri scenari futuri. Hanno raffinato le loro visioni, approfondendo i dettagli concreti dei cambiamenti immaginati: quali decisioni hanno portato al miglioramento? Quali abitudini è stato necessario abbandonare? Quali alleanze e strategie hanno reso possibile questo futuro più giusto e inclusivo? La metodologia si è rivelata potente proprio perché ha messo in luce un concetto chiave: il futuro non è qualcosa che si subisce, ma si costruisce — insieme.
I dialoghi e il lavoro in classe hanno prodotto una serie di raccomandazioni collettive, indirizzate non solo alle istituzioni europee, ma anche a quelle locali: sindaco, docenti, cittadini. Le proposte toccano vari ambiti: dalla tutela dell’ambiente alla valorizzazione della diversità culturale, dalla necessità di maggiore partecipazione giovanile alla difesa dei diritti delle persone più vulnerabili.
Il progetto Ways of Europe, coordinato da Arci Solidarietà e realizzato in collaborazione con partner di diversi paesi europei, ha trovato in Lampedusa un terreno fertile. L’isola, crocevia di frontiere e speranze, è diventata per qualche giorno un laboratorio civico dove l’Europa non è un’entità astratta, ma un orizzonte condiviso da immaginare e modellare. Il progetto ritornerà sull’isola a inizio giugno per l’evento transnazionale che vedrà coinvolti tutti i partner europei di WE, con la partecipazione di giornalisti, attivisti, cittadini e stakeholder isolani.
Il coinvolgimento diretto degli studenti ha dimostrato che anche i più giovani possono essere protagonisti consapevoli del cambiamento. In un’epoca in cui spesso si parla di crisi della democrazia e di disaffezione politica, questi Dialoghi sul Futuro ci ricordano che la partecipazione comincia proprio da qui: dal confronto, dalla parola, dall’ascolto e da una domanda coraggiosa — “come possiamo costruire, insieme, un futuro migliore?”