Arte

Trash art, quando i rifiuti diventano arte

Da Duchamp a Mimmo Rotella: creatività, bellezza ma anche messaggio rivoluzionario

03 maggio 2022di Sofia Mirri

È conosciuto sotto il nome di “Arte del rifiuto” o “Trash art”, e con esso si intende un movimento artistico estremamente contemporaneo ed innovativo, volto a sensibilizzare qualsiasi categoria sociale ed etnia mondiale. Dai mosaici realizzati con le tessere delle tastiere agli hotel interamente costruiti attraverso materiali di scarto, negli ultimi anni abbiamo ottenuto una certa dimestichezza con questa nuova e allo stesso tempo impressionante corrente artistica. Da sempre infatti siamo stati abituati a separare concettualmente l’universo delle opere d’arte, finalizzate il più delle volte a raffigurare un certo ideale di bellezza, dal crescente e minaccioso complesso di rifiuti che, come indica il termine stesso, rappresentano l’inutilità di un oggetto la cui funzione è già stata esaurita. Cosa accade dunque nel momento in cui accostiamo questi due mondi paralleli e lontani?

A mostrarlo per primi furono, all’inizio del 1900, dei pittori rivoluzionari come Marcel Duchamp e Alberto Manzoni. Questi ultimi introdussero nelle loro creazioni degli oggetti comuni, dando vita ai cosiddetti “ready-made”, il cui principale obiettivo era quello di distaccarsi dal tradizionale assetto artistico, conferendo una nuova utilità ai materiali scelti. L’effettiva critica contro il consumismo e lo spreco di risorse, si manifestò però solo a partire dal 1960 con gli esponenti del “Nuovo Realismo”, tra i quali Arman e Mimmo Rotella, che si distinsero rispettivamente per le loro “accumulazioni” e per i loro “assemblaggi”, entrambi realizzati attraverso l’uso di materiali di seconda mano come tappi di bottiglia, stoffe, poster cinematografici ecc..

Così, nei sessant’anni di storia che hanno seguito quel primo tentativo di sensibilizzazione, l’arte del rifiuto si è evoluta fino a delinearsi nella corrente che ha da poco preso il nome di “Trash o Waste Art”. Gli artisti, per lo più giovani, che ne fanno parte, combattono una vera e propria battaglia contro l’ideologia dell’ “usa e getta”, principale causa dell’accumulo di spazzatura, insegnando all’intera umanità, attraverso le loro toccanti opere, che non esiste oggetto che possieda un solo scopo né una data di scadenza, bensì che ogni cosa può essere impiegata in numerosi campi della vita quotidiana per incentivare, come nel caso dell’arte, l’uso della creatività.

L’indifferenza, per questi giovani rivoluzionari, non è di certo la risposta ad un problema che riguarda in primo luogo le nuove generazioni, costrette ad abitare la Terra che noi oggi lasciamo loro. Al contrario, chiunque nel suo piccolo può dare il proprio contributo in questa grande causa e a volte, come ci dimostrano questi artisti, per farlo basta un pizzico di fantasia.

 

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