Kay Flock è stato condannato per tentato omicidio, possesso di arma da fuoco e racket

30 anni di detenzione più 5 in libertà vigilata. Quando potrà considerarsi completamente libero, Kay Flock avrà sfiorato i sessant’anni. Il rapper ventiduenne del Bronx è stato condannato a marzo per tentato omicidio, racket e altri due reati legati alle gang. Lunedì si è tenuta l’udienza in cui è stato reso pubblico il tempo della condanna.

“Kevin Perez [aka Flock] ha usato la violenza e la fama per alimentare paura e intimidazione nel Bronx”, ha commentato il procuratore federale Jay Clayton, “Perez e i membri della sua gang hanno portato avanti una serie di sparatorie che hanno colpito sia membri di gang rivali sia passanti innocenti. Perez ha inoltre utilizzato la propria piattaforma di rapper affermato per celebrare la violenza: minacciando i rivali, vantandosi delle sparatorie e provocando le sue vittime”.

Il procuratore ha proseguito: “Le sue azioni sfrontate hanno scatenato una catena di ritorsioni armate che ha ucciso e ferito un numero fin troppo elevato di persone nel Bronx. Grazie al duro lavoro delle donne e degli uomini di questo ufficio e dei nostri partner nelle forze dell’ordine, la sentenza odierna restituisce ai newyorkesi ciò che chiedono: leader di gang violenti e armati tolti dalle nostre strade”.

A marzo, dopo la lettura del verdetto, Kay Flock aveva ringraziato i suoi sostenitori, mantenendo una certa dose di speranza: “Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto e mi hanno considerato nelle loro preghiere. Voglio ringraziare tutte le persone coinvolte nel mio processo. In particolare il giudice, che si è assicurato che venissi trattato con rispetto durante tutto il procedimento”.

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“Devo ringraziare il mio avvocato Michael Ashley, senza filtri, per non aver mollato e per aver combattuto fino in fondo”, proseguiva il comunicato di Flock, “Anche se stiamo ancora combattendo, perché non è finita finché Allah non dice che è finita. Voglio ringraziare tutti i miei fan e sostenitori. Vi voglio bene. […] E prego che tutti là fuori siano in pace e siano positivi”. Purtroppo o per fortuna, ora avrà molto tempo per ripensare alle circostanze e alle decisioni che lo hanno condannato a passare la vita in una cella.