Scuola

Guide per un giorno: l'esperienza di Monumenti Aperti a Torino

La città di Torino ha aperto quattro luoghi simbolo della Resistenza affidando la guida a studenti e studentesse

15 dicembre 2025di Elisabetta Bertolazzi, Alessia Turinetti

Nelle giornate dell’8 e del 9 novembre si è conclusa la ventinovesima edizione di Monumenti Aperti, una delle più importanti manifestazioni culturali italiane dedicate alla promozione e valorizzazione dei beni culturali, nata in Sardegna ventinove anni fa, che in occasione del decimo ed ultimo weekend ha fatto tappa in diverse città, tra cui anche Torino. Monumenti Aperti lavora anche con le scuole e proprio grazie a ciò abbiamo avuto la possibilità, come classe, di prendere parte al progetto, insieme anche ad alcuni studenti del Liceo Altiero Spinelli. 

Ogni edizione è caratterizzata da un tema specifico, scelto di volta in volta, che faccia da filo conduttore: quest’anno si è optato per la Resistenza e, perciò, sono stati selezionati dei luoghi torinesi simbolo di quel momento storico, ovvero il Sacrario del Martinetto, il Rifugio Antiaereo, il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà e il Cimitero Monumentale di Torino. 

Nei due incontri di conoscenza che hanno preceduto la realizzazione effettiva del lavoro, ci è stata presentata l’iniziativa: l’obiettivo era quello di calarsi nel ruolo di guide per due giorni, realizzando un intervento di mezz’ora per intrattenere le persone che si sarebbero presentate.  Successivamente, poi, ci hanno comunicato i monumenti cui ci saremmo dovuti dedicare, ossia i primi due tra quelli sopra elencati.

Nelle settimane seguenti abbiamo svolto diverse ricerche per selezionare testimonianze, storie e documenti inerenti alla Resistenza, scoprendo anche alcuni suoi aspetti precedentemente non noti. Inoltre, grazie all’aiuto delle professoresse e delle persone che ci hanno seguito è stato possibile per noi avere un quadro generale più completo sulla questione, necessario per potersene occupare.

Alcuni dei nostri compagni si sono infine occupati di presentare gli elaborati prodotti ai visitatori nei due luoghi assegnatici: questa esperienza da guide è stata per loro fonte di arricchimento, non solo dal punto di vista culturale, ma anche sociale. A tal proposito, Lucia, una dei ragazzi che ha preso parte all’evento presso il Rifugio Antiaereo, ci ha riferito di aver riscontrato, all’inizio, delle difficoltà nel guidare il primo gruppo di visitatori, difficoltà che a mano a mano lei e gli altri sono riusciti a superare, potendo così godere a pieno del momento. Racconta, ad esempio,  di essere stata particolarmente colpita dalla storia della signora Giustina, nata proprio nel rifugio: la madre, infatti, la mattina in questione  si stava recando all’ospedale Maria Vittoria per fare delle visite; arrivata a Torino, in Corso Tassoni, sente la sirena antiaereo e si rifugia subito in quella botola, dove poco dopo dà alla luce la sua bambina. Proprio grazie alla lettura delle poesie selezionate e alle testimonianze dei visitatori si è creata un’atmosfera di condivisione, che ha portato anche alla commozione di alcuni dei presenti.

Nel complesso lei l’ha descritta come un’esperienza molto positiva, che le ha fatto provare una grande soddisfazione perché si è sentita una vera guida turistica, esperta dell’argomento e, perciò, capace di trasmetterlo al suo uditorio. 


 

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