Musica

Musica d'insieme: l'intervista a Umberto Damiani (Irma Records)

Manuel Maccaferri ha intervistato il direttore artistico della storica label bolognese per Musica d'Insieme, il progetto di Fondazione Media Literacy e Mandragola, finanziato dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e in partnership col MEI, che ha portato le studentesse e gli studenti del Liceo Artistico Arcangeli di Bologna alla scoperta del mondo dei mestieri della musica.

04 gennaio 2023di Manuel Maccaferri

 

Dietro tanti artisti talentuosi ci sono spesso case discografiche che si occupano di produrre, promuovere e distribuire la loro musica. Le etichette nascono assieme ai dischi fonografici e da lì assistono a ogni mutamento ed evoluzione nel panorama musicale, dal passaggio dal vinile al cd ai generi di tendenza di ogni decade. L’Irma records è una di queste case discografiche, nata nel 1988 a Bologna da un’idea di Umberto Damiani, che ha acconsentito alla partecipazione del podcast per parlarci un pò della sua esperienza come A&R, ovvero responsabile della scoperta di nuovi artisti da lanciare sul mercato.

Nata con la musica dance, l’Irma Records si è sempre posta come obiettivo l’internazionalità, nonostante la sperimentazione di generi come l’indie e il rap non sia mancata. Funk, jazz, soul e club sono ciò in cui l’etichetta è ferrata. Umberto ci ha parlato inoltre degli insuccessi passati come i tentativi di affermarsi nel panorama rap italiano e rock. In Italia la promozione di artisti o singoli è più travagliata rispetto agli altri paesi, dovendo spendere molti soldi per uffici stampa e ottenendo a volte risultati scarsi o nulli.

L’A&R ha proseguito trattando della mancanza dei “filtri”, ovvero dei discografici capaci di selezionare e scartare ciò che veniva loro proposto permettendo ai prodotti di non accumularsi. Ormai gli artisti sono in grado di pubblicare i loro prodotti anche autonomamente, sfuggendo a questa selezione e creando un sovrappopolamento nel mondo della musica. I talent show possono dare visibilità ad un artista, ma spesso questo viene dimenticato dopo poco e nel caso canti in inglese si ritroverà costretto a farlo in italiano.

“Le radio sono diventate succubi dei social e degli store digitali” dice Umberto, considerando che queste hanno bisogno di ciò che è di tendenza, ossia la musica di massa piuttosto che pezzi veramente valenti. Non ci sono più gli artisti di una volta, e quelli odierni hanno bisogno di un team al loro fianco capace di dar loro manforte.

“Bisogna provare a fare le cose, mai smettere di provare” dice Umberto, anche col rischio di sbagliare e di innovare il mercato musicale. Questa è la lezione più importante da portare a casa dopo questo incontro. In un momento storico dove l’autoproduzione le fa da padrona e sono in molti a dubitare dell’effettiva necessità delle etichette all’interno di un percorso discografico, Damiani ci ricorda che il compito di un A&R è non solo quello di seguire le mode, ma anche di anticiparle. Rischiare, alle volte, paga.

 

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